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Progetto federale
Nell'ambito del progetto F.I.G.C. "Calcio giovanile: Crescere insieme, conoscersi e confrontarsi"  lunedì 11 Febbraio 2013, alle ore 21 la L.N.P. NOVOLI ha organizzato l'incontro-dibattito “NOVITÀ REGOLAMENTARI” 
Presenti: Salvatore Battaglia, responsabile della Scuola Calcio (con funzioni di moderatore); Luigi Bini, vice presidente della sezione A.I.A. di Firenze; Roberto Travagli, vice presidente della società NOVOLI; i dirigenti: Dino Guerra, Paolo Mugelli e Stefano Guarducci; gli istruttori S. Lannino, Marco Uscelli, S. Sterrantino, A. Panico e Riccardo Masoni; gli accompagnatori L. Cirina e Ferraioli; il genitore Bennardo.
S. Battaglia ha aperto la serata, precisando che gli incontri (di natura psicopedagogia, medica, regolamentare, rapporti con gli arbitri,  ecc. ecc.), intendono approfondire le problematiche che emergono durante lo svolgimento delle attività di una società sportiva, e sono mirati ad un miglioramento delle conoscenze degli addetti ai lavori: genitori, accompagnatori, istruttori, dirigenti e giocatori. Ha quindi presentato l'ex arbitro Luigi Bini, con cui è stato affrontato il problema dei regolamenti e degli errori formali, che spesso, comportano alle società  squalifiche e multe....
L’incontro s’è svolto in un clima sereno e collaborativo ed ha permesso di chiarire diversi dubbi, grazie alle risposte fornite dal signor Luigi Bini ai quesiti posti dai partecipanti:
1) Presentazione lista giocatori e documenti di riconoscimento
Luigi Bini: ”Solite cose…. Elenchi chiari e dettagliati; documenti di riconoscimento (in mancanza del cartellino plastificato) anche se scaduto: in fondo si tratta di verificare che la persona che scende in campo sia lo stesso indicato dal documento (il riconoscimento può essere fatta anche per “conoscenza diretta” del D.D.G.)
2) L'auto del direttore di gara.
Luigi Bini: “Se giungendo al campo l'arbitro consegna le chiavi, è compito del dirigente "addetto all'arbitro" assicurare che il veicolo sia messo in un luogo sicuro ed eventuali danni saranno a carico della società che ospita. Insieme dare uno sguardo alla carrozzeria per evitare sorprese…”
3) Come mai alle gare degli esordienti Fair Play arrivano sempre arbitri giovanissimi, alle prime armi?
Luigi Bini: “I campionati esordienti nelle altre regioni italiane sono arbitrati dai dirigenti o dagli allenatori…. Solo in Toscana ed in poche altre regioni i presidenti hanno optato per l’arbitro ufficiale, quindi bisogna mettere a disposizione un numero di D.D.G. notevole ed è logico che con i più piccoli, vengano utilizzati gli arbitri più giovani”, supportati da TUTOR”.
4) È lecito parlare con l’arbitro?
Luigi Bini: “Durante la gara solo il capitano ed a gioco fermo. Prima della gara solo il dirigente accompagnatore che presenta la lista dei giocatori. A fine gara lo stesso che intenda sottolineare eventuali incidenti occorsi a giocatori o presentare riserva scritta sul regolare svolgimento della gara (porte irregolari, misure del campo, condizioni del terreno, giocatori non in regola…). Eventuali rimostranze sul comportamento dell’arbitro (irriguardoso, poco educato, arrogante, uso di linguaggio scurrile) con i giocatori e dirigenti vanno indirizzate al presidente della Lega Nazionale Dilettanti, BRESCI, o al Delegato Provinciale. Se si prevede una gara difficile (ambiente ostile, giocatori aggressivi per precedenti scaramucce) è possibile richiedere un “Commissario di campo” che presenzierà e vigilerà, dalla tribuna, sulla regolarità della gara. È bene sapere che ci sono partite continuate “proforma” (lo decide l’arbitro autonomamente), cioè non sospese ufficialmente per evitare problemi maggiori, ma bloccate sul risultato acquisito ad un certo minuto della gara”.
5) Poiché su molti campi si svolgono partite di bambini, contemporaneamente a quelle con D.d.G., c’è il rischio che quest’ultimo denunci la presenza di estranei nello spazio riservato agli atleti ed all’arbitro, con conseguenti multe pecuniarie… come evitare problemi?
Luigi Bini: “Il dirigente accompagnatore avverte l’arbitro che ci potranno essere persone in più rispetto a quanto previsto dal regolamento…”.
6) La qualità degli arbitri da cosa dipende? Perché ai corsi per arbitri non sono ammessi giocatori tesserati?
Luigi Bini: ”Una volta fatto il corso il giovane arbitro (che spesso non ha mai giocato a calcio) viene mandato in campo, supportato da un TUTOR e, visionato da un ex arbitro, dall’esterno, che ne controlla l’operato e valuta la promozione alle categorie superiori. Purtroppo ci sono molti abbandoni… un po’ perché non sopportano la pressione della gara, un po’ perché mancano di vera passione e, appena affiorano altri interessi, lasciano. In questo periodo la sezione A.I.A. di Firenze sta producendo poca qualità (tolta la guardalinee Cini che ha smesso, Rocchi che arbitra in serie A, uno in serie C, abbiamo solo D.D.G. nei campionati di eccellenza) ed è un problema che stiamo affrontando… ma manca anche la quantità, tant’è che qualcuno dirige anche due gare. Se si pensa che da alcune società hanno chiesto, quando vanno in trasferta in altre province, di non avere arbitri locali, il problema si aggrava!
Se le società ci mandassero ex calciatori sarebbe un bel vantaggio e ne migliorerebbe la categoria sia per quantità che per qualità…
I calciatori in attività non possono fare l’arbitro perché le carte Federali non lo permettono. Le società potrebbero chiedere al presidente BRESCI di permettere una deroga: così ci sarebbe sicuramente più dialogo in campo tra calciatori ed arbitri e cadrebbero tante tensioni”
7) Come si può migliorare il rapporto con l’arbitro?
Luigi Bini: “Intanto basando il momento-gara su una maggiore collaborazione e senza essere prevenuti. Fornire maggiori informazioni ai genitori che seguono le partite. Considerare che l’arbitro in campo è sempre “solo”, deve decidere in un attimo, non può confidare a nessuno i disagi che vive in quel momento, a volte ha la stessa età dei calciatori; i genitori che lo infamano devono riflettere che anche l’arbitro ha dei genitori che, se sentissero come lo maltrattano, non ce lo manderebbero più! E poi… fare incontri come questo di stasera, che ampliano molto le conoscenze……
8) Se il dirigente avversario si ferma per troppo tempo nello spogliatoio dell’arbitro come ci si comporta?
Luigi Bini:” Il dirigente che ospita dopo qualche minuto bussa e con discrezione verifica che vada tutto bene e che non ci siano problemi: la società che ospita è responsabile di tutto ciò che avviene in campo e nello spogliatoio”
9) Alla fine di una partita un po’ movimentata, l’arbitro mostrò il cartellino rosso ad un calciatore e lo annotò… Sul bollettino non risultò l’espulsione: fu danneggiata la squadra contro cui l’atleta giocò la domenica successiva… si poteva fare qualcosa?
Luigi Bini:” Fare una segnalazione alla Federazione che poi attiva la commissione disciplinare della F.I.G.C. (che da un po’ di tempo sancisce anche i comportamenti dei D.D.G.)”
10) Qual è il compito del segnalinee (di parte)?
Luigi Bini: ”Il compito è contenuto: deve segnalare solo quando la palla esce… l’assegnazione del fallo compete all’arbitro! È inutile mettersi a segnalare il fuorigioco: non gli compete! C’è da dire che spesso l’arbitro si posiziona male per valutare il fuorigioco (in mezzo al campo… noi consigliamo caldamente di mettersi sulle fasce, ma non sempre ascoltano), ma è lui che decide! Chiunque (delle persone che vanno in campo) può fare il segnalinee: un dirigente, l’allenatore, un giocatore (che non può più essere schierato in campo per quella gara). Se la panchina è vuota (per carenza numerica o per espulsioni) si utilizza uno degli 11 giocatori”
Roberto Travagli, vice presidente e dirigente responsabile della Scuola Calcio, ha concluso il dibattito ringraziando i presenti ed il signor Bini per la cortese disponibilità. Ha sottolineato l’importanza di questi incontri che possono solo migliorare le competenze degli addetti ai lavori, si è rammaricato per la partecipazione limitata ed ha auspicato che il mondo del calcio non consideri l’arbitro appartenente ad un mondo a parte…
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